La Toxoplasmosi, Una malattia temuta in gravidanza

Parliamo di una malattia inconsapevole nella maggior parte dei casi, nel senso che la maggior parte delle persone che l’hanno contratta non sono consapevoli di questo. Negli Stati Uniti, il Centers for Disease Control and Preventing, stime che circa 60 milioni di cittadini, il 20% della popolazione, può aver contratto la malattia senza rendersene conto. Questa malattia, infatti è asintomatica nella maggior parte dei contagi, al massimo,presentarsi attraverso un moderato mal di gole o un lieve e transitorio rialzo febbrile quasi impercettibile e a cui non si fa certamente caso. Se, per la maggior parte dei casi, tale malattia non né nemmeno percepita e quindi non essere affatto importante e sensibile, in alcune circostanze ha, invece, una notevole importanza.

Parliamo, ad esempio, delle donne in gravidanza, nelle quali la malattia non ha importanza alcuna rispetto alla futura madre ma è in grado di provocare gravi problemi al bambino in grembo. Anche le persone immunodepresse possono avere conseguenze dalla Toxoplasmosi.

La malattia è causata da un protozoo, il  Toxoplasma Gondii, in grado di sopravvivere e svilupparsi sia negli organismi umani che animali. Si trova soprattutto nell’organismo di gatti e altri animali da allevamento. Nonostante questo, il Toxoplasma raramente si può trovare nei gatti che vivono in casa, si alimentano con cibo specifico di origine industriale senza apporto alimentare di carne cruda o salumi che, peraltro, non sono salutari nemmeno per l’animale. Il protozoo si diffonde attraverso uova, le oocisti del protozoo, espulse con le feci dell’animale.

Prima che le oociti siano in grado di trasmettere all’uomo la malattia, sono necessari 5-6 giorni dall’emissione delle stesse, di meno in funzione di umidità e temperature più elevate, ragione per cui una pulizia quotidiana della lettiera è già comunque un’azione sufficiente a prevenire il contagio da parte del gatto verso l’uomo.

I rischi della Toxoplasmosi

Se lo desideri,,possiamo certamente tranquillizzarti rispetto alla tua convivenza con il tuo gatto: la Toxoplasmosi, qualora contratta dal tuo felino, provoca l’espulsione delle uova per un periodo di circa 20 giorni consecutivi, dopodiché il gatto sviluppa immunità per tutto il resto della sua vita. Le possibilità di contrarre la Toxoplasmosi per colpa  del gatto, quindi, sono parecchio ridotte mentre restano ad un livello di una certa probabilità le possibilità di infezione tramite altre modalità quali, ad esempio, la carne non ben cotta, frutta e verdura contaminata soprattutto da concimi o comunque con cibi contaminati non ben lavati prima del consumo.

Non sono dimostrati casi di trasmissione umana di toxoplasmosi se non in corsi di gravidanza, nel corso della quale la Toxoplasmosi,,presente nell’organismo della madre, inconsapevole, può essere trasmessa al feto e, soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza ma anche oltre, può provocare anche gravi danni ai bambini in  crescita nel grembo materno. Ciononostante la mamma può essere, nella quasi totalità dei casi, essere assolutamente asintomatica. Il medico, il ginecologo, farà eseguire alla donna incinta delle analisi del sangue tra cui anche alcune specifiche per capire se ci sono stati “incontri ravvicinati” con alcuni virus e altri germi patogeni in modo anche inconsapevole, tra cui la Toxoplasmosi, al fine di poter intervenire adeguatamente per ridurre al minimo i rischi per il bambino.

I bambini che contraggono la toxoplasmosi nel corso della gravidanza, possono non manifestare alcun sintomo nei primi mesi o anni di vita, ma potrebbero sviluppare in seguito dei problemi che possono manifestarsi anche con attacchi epilettici, febbre di origine difficilmente determinabile, deformazioni del cranio,m troppo piccolo o troppo grande, linfonodi gonfi, calo dell’udito anche fino alla sordità, ritardo mentale, anemie, ingrossamento di fegato o milza.

La Toxoplasmosi non richiede alcuna cura, a meno che non si ravvisi la necessità in corso di gravidanza o di toxoplasmosi congenita nei bambini, nel qual caso il medico deciderà la terapia specifica che riterrà più opportuna.